Pillole di cultura finanziaria

Spunti per informarsi, capire e acquisire coscienza delle proprie scelte in campo finanziario.

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mercoledì 7 marzo 2012

La tragedia greca. Gli attori sono tutti sul palco?





Considerando quanto, proprio in questi giorni sta accadendo sui mercati, abbiamo deciso di condividere con i nostri lettori alcune semplici considerazioni.
Lungi da noi fare una disamina tecnico-finanziaria-politico-economica-ecc... queste già si sprecano sul web.
L'obbiettivo è un altro: dare una risposta alla domanda del titolo di questo post e ragionare sul fatto che probabilmente gli attori che non recitano sotto le luci del palco ma dietro le quinte di questa (vera) tragedia greca, sono in realtà importantissimi. 
O meglio potentissimi.
Queste informazioni reperibili con facilità in rete, non le vedrete mai nei vari "Tiggì" nazionali (dove peraltro hanno parlato a lungo della farfallina sull'inguine di Belen). Chiedetevi perché...
Ma andiamo con ordine.
La storia. O meglio il problema centrale della tragedia.
La Grecia ha avuto negli anni una classe politica che ha attuato una gestione della cosa pubblica che, con un eufemismo assai riduttivo, si potrebbe definire particolarmente allegra e spensierata. Molti di Voi ricorderanno sicuramente quando a scuola ci venne insegnato il concetto di "buon padre di famiglia". Bene, la gestione del denaro (e dell'economia) greci è stata finora esattamente l'opposto. Ogni volta che pensiamo alla Grecia ricordiamo con stupore un articolo de "Il sole 24 ore" di qualche tempo fa che spiegava come in quel Paese i forestali ricevessero un premio (!) per non lavorare in ufficio, ma andare per boschi a fare il loro lavoro. I politici locali non solo hanno mentito (ai Greci e al mondo intero), ma hanno continuato con politiche dissennate.
Ciò ha creato un debito enorme (rispetto alle capacità del paese) fino al paradosso delle Olimpiadi organizzate e gestite praticamente quasi totalmente a debito (Prof. Monti grazie!). Impianti che, peraltro, dopo pochi anni giacciono quasi totalmente abbandonati e che non hanno generato l'aumento di flusso di turismo con cui furono "venduti" ai Greci e al mondo intero.
Il debito (chiaramente sotto forma di obbligazioni) ha raggiunto livelli talmente elevati da non essere più sostenibile né rimborsabile senza salvataggi e manovre di assoluta emergenza.
La situazione si fece talmente grave da avere un Paese Sovrano con bilanci ... non propriamente in regola.

Gli attori della tragedia:
  • I politici greci (di tutti gli schieramenti). Come abbiamo detto, hanno attuato una gestione del bilancio statale al limite dell'incredibile, collezionando probabilmente un lungo elenco di tutte le cose che un politico non dovrebbe fare contro il proprio paese. La demagogia e la ricerca del consenso hanno prevalso su tutto. In particolare sul bene e sul futuro del Popolo greco. Il "laissez faire" ha raggiunto livelli inimmaginabili e le convivenze hanno accentuato le mediterranee capacità di "autoregolamentarsi". Sempre a titolo di esempio la potentissima lobby degli armatori paga tasse talmente basse da potersi di fatto considerare quasi nulle. E non è che in Grecia, ci siano molte altre tipologie di attività produttive...
  • I creditori. Chi detiene il debito greco? Il sig. Bianchi? Il sig. Dupont? Il sig. Muller? Praticamente no: solo circa il 6-7% è in mano ai privati. Il grosso della "torta" è in mano a investitori istituzionali. Qualcuno potrebbe candidamente domandarsi: "ma allora a noi piccoli risparmiatori cosa importa?". Importa eccome. Infatti gli investitori istituzionali di cui sopra, sono innanzitutto banche. E, guarda caso, principalmente banche della Germania e della Francia. Se quindi la Grecia facesse formalmente default (cioè fallisse) queste banche (ma anche di conseguenza i loro Paesi) avrebbero gravissimi problema di stabilità da risolvere (pur nella loro indiscutibile solidità). E se un Paese mediterraneo (leggi con gestione allegra della "res pubblica") dovesse fallire, cosa immaginate potrebbe accadere al debito pubblico degli altri paesi bagnati dallo stesso meraviglioso mare? Ecco quindi che il sig. Bianchi deve avere molto interesse per la tragedia greca.
  • I pastori del gregge. Un proverbio vecchio come il mondo insegna che per un pastore è estremamente più oneroso riprendere il suo gregge che non metterlo in sicurezza prima che scappi e sia di conseguenza oggetto dell'attacco dei lupi. Sono chiare a questo punto (anche grazie alle preziose notizie dei Tiggì) le lacune che da sempre hanno caratterizzato l'azione delle (http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2012-02-06/solo-colpa-grecia-215436.shtml?uuid=Aaoys6nE&fromSearch) istituzioni europee. Non solo; mancando proprio un'istituzione in grado di decidere autonomamente, abbiamo assistito al triste spettacolo (tragedia nella tragedia) di tante comari - con rispetto parlando -  che pretendevano ognuna di imporre la propria soluzione. E quale tra di loro ha potuto imporre la propria volontà? Banalmente la più forte (indovinate quale). E intanto il tempo passava, passava, passava...
  • Gli avvoltoi. Un avvoltoio ha una funzione fondamentale nel grande disegno della natura: eliminare gli animali feriti o morti. Qualcosa di simile esiste in finanza anche se non necessariamente svolge una funzione utile alla comunità. Tuttavia con gli avvoltoi o le iene esiste un preciso punto in comune: entrambi colpiscono dove c'è debolezza o un soggetto agonizzante. Ci sono veicoli di investimento che proprio (solo) da queste situazioni traggono guadagni enormi. Non è questa la sede per discutere se sia giusto o meno (o meglio come andrebbero regolamentati) ma di fatto esistono e sono potentissimi. La loro strategia elementare è quella "corta". Vendo oggi un titolo  (che magari è già in difficoltà) che materialmente non possiedo a 80 e mi impegno a consegnarlo all'acquirente dopo un certo tempo. Subito prima della consegna lo compro per poterlo consegnare e lo pago 60 ed ecco ottenuto il guadagno. E' chiaro che questa operatività può aumentare considerevolmente la spinta al ribasso del valore del titolo. Esiste poi un altra strategia che chiameremo "il fiammifero e la casa del vicino" per cui vi rimandiamo al punto successivo.
  • Gli "assicuratori". La prima cosa che fate quando acquistate un automobile è l'assicurazione per la responsabilità civile. Il motivo è semplice: trasferite il vostro rischio, dietro pagamento di un costo certo, alla compagnia assicurativa. In finanza esistono diverse soluzioni che apparentemente sembrano identiche a una copertura assicurativa e che sono gli strumenti derivati. In questo caso, ci riferiamo in particolare ai Cds (vedi http://pillolediculturafinanziaria.blogspot.com/2010/05/pillole-di-cultura-finanziaria-4-i-cds.html). Il rischio viene trasferito da chi lo detiene ad una controparte mediante il pagamento di un premio certo. Ci sono tuttavia "piccole differenze" che riteniamo utile spiegarvi per farvi comprendere quanta importanza possono avere nella situazione attuale. 1) sono contratti che di fatto non sottostanno ad alcuna normativa: vengo concordati solitamente al telefono (!) tra le due parti che chiaramente sono investitori istituzionali e per importi che si misurano i milioni di dollari, 2) sono trattati fuori dai mercati regolamentati e senza alcuna garanzia, 3) l'"assicuratore" solitamente è una banca o un'altra istituzione finanziaria che non è detto che si assuma rischi sempre proporzionati alla propria solvibilità 4) è anche possibile "assicurare" non la propria autovettura ma quella di un'altra persona che neanche conosciamo, 5) la copertura scatta esclusivamente in caso di default dichiarato e quindi ufficiale. Per capire le conseguenze facciamo un esempio. "Qualcuno" decide di fare una scommessa: sa che il negozio vicino a casa sua ha gli impianti elettrici assai carenti e completamente fuori-norma e che gli estintori previsti dalla legge sono completamente scarichi perché non ha i soldi per farli revisionare. "Qualcuno" sottoscrive quindi un contratto per coprirsi dal rischio di incendio (che sa benissimo essere assai probabile) del negozio vicino a casa. Assicura quindi un rischio che non gli compete direttamente. Un giorno di vento si vede del fumo uscire dal negozio "assicurato" e "Qualcuno" inizia a trepidare: sa che fino a quando non arriva la chiamata ai vigili del fuoco ufficialmente non c'e incendio e quindi non potrà incassare la copertura assicurativa. Ora, questo banale esempio riflette il vero il gioco delle parti infatti: A) i governi, le banche detentrici del debito greco e il mondo intero trepidano e tentano di agire in modo tale da arginare l'incendio  ed evitare che si propaghi ai Paesi vicini, B) "Qualcuno" invece e al contrario, non vede l'ora (anzi magari gira con in tasca una scatola di fiammiferi) che l'incendio inizi e sia forte, ma teme perché se l'incendio non viene "certificato ufficialmente" nessuno lo risarcirà, C) l'assicuratore nonostante abbia incassato lauti premi, ha una paura nera per due motivi: 1) si troverebbe a dover pagare cifre spropositate 2) visto che in realtà non è un vero assicuratore non è affatto detto che sia solvibile o che, il alternativa, se paga non rischi seriamente di fallire a sua volta.
Le principali strategie di uscita.
  • Le cure (1). Qualche tempo fa, un nostro assistito ci ha fatto un esempio che abbiamo trovato davvero interessante e che quindi vi proponiamo. Se il vostro pargoletto ha la febbre alta c'è una sola cura possibile: "introdurre" nel suo corpo un noto farmaco antipiretico. Però, se due genitori incoscienti discutono per due ore sul dosaggio, alla fine non è poi possibile "introdurre" sette "dosi" una dietro l'altra per compensare il tempo perso; il vostro pargolo urlerebbe (a ragione) fino a farsi sentire all'ottavo piano di casa. Ebbene, questo è quanto viene imposto al popolo greco. Genitori irresponsabili, cura giusta, ma dosaggi perlomeno discutibili. E i Greci - comprensibilmente e giustamente - urlano fortissimo.
  • Le cure (2). Anche i Tiggì ci hanno spiegato (poche volte per la verità) che per abbattere il debito pubblico ci sono principalmente due strade: A) ridurre la spesa pubblica B) stimolare la crescita del paese. La riduzione della spesa pubblica in Grecia era sicuramente la prima strada da percorrere e la necessità era (e ancora è) di lavorare non di bisturi ma di machete tanti erano e probabilmente ancora sono gli sprechi. In fondo (e senza ipocrisia) lo Stato è come un'azienda: se i costi superano le entrate, semplicemente fallisce. Ma l'assunto teorico va tradotto in pratica con la giusta misura (vedi punto precedente), altrimenti la cura rischia di diventare peggiore del malanno. Per quanto riguarda il secondo punto, nessun notiziario ha detto (!) che il pil della Grecia è da anni negativo. Pesantemente negativo. Ciò significa che il problema del debito pubblico ellenico - a queste condizioni - non può risolversi per il semplice fatto che, se le entrate diminuiscono - se non si produce, non si generano utili sui quali non si pagano le tasse -, diventerà impossibile restituire il dovuto.
  • L'haircut e lo swap. Siccome i principali creditori sono istituzionali, è relativamente facile sedersi attorno a un tavolo per cercare una strategia di uscita. La proposta - semplificando - è questa: invece di perdere tutti i vostri soldi accettate un'operazione di "sostituzione" tra i vecchi titoli ed altri nuovi con le seguenti caratteristiche: A) una perdita di valore del 50%, B) un ri-scadenziamento verso date assai più lunghe, C) una forte riduzione degli interessi. Questa soluzione avrebbe alcuni evidenti importanti vantaggi: 1) i creditori non perderebbero tutto il loro credito, 2) si eviterebbe l'ufficializzazione del default e quindi non scatterebbero le garanzie sui Cds con tutti i problemi relativi, 3) potrebbe essere l'inizio di (una parte) della strategia di uscita da questa situazione. Gli aspetti negativi sono: A) a queste sole condizioni non si risolve il problema, ma lo si posticipa nel tempo, B) non viene neanche affrontato il gravissimo problema della mancanza di crescita del paese, C) è necessaria l'adesione di almeno il 75% dei creditori privati, fatto questo assolutamente non scontato. Se non si raggiungerà questo accordo il Governo Greco ha già dichiarato che non pagherà gli investitori privati (leggi istituzionali) (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-03-06/atene-paga-dice-swap-220333.shtml) fatto logicamente gravissimo.
In conclusione, la situazione è davvero potenzialmente molto pericolosa, ma banalizzando moltissimo, il danno di un default ufficiale della Grecia sarebbe talmente grave e soprattutto diffuso che continuiamo a sperare con chi ci legge che le istituzioni e tutte le parti in causa riescano a trovare un accordo per uscire con i minori danni possibili da questa situazione.

Al popolo greco infine gli auguri di essere in grado di scrollarsi di dosso l'attuale classe politica e di poter nuovamente accedere ad una vita e un futuro migliori. Comunque dignitosi come ampiamente si merita.