Pillole di cultura finanziaria

Spunti per informarsi, capire e acquisire coscienza delle proprie scelte in campo finanziario.

Attenzione: le immagini - quando presenti - possono essere ingrandite semplicemente cliccandoci sopra.

giovedì 19 febbraio 2015

OICR (fondi comuni) a gestione attiva o passiva. Una differenza da conoscere assolutamente per scelte consapevoli.


Per scegliere razionalmente un OICR (Organismo Investimento Collettivo del Risparmio semplificando i fondi comuni) da inserire a portafoglio, uno degli elementi più importanti da valutare è se il gestore adotta una tecnica di gestione attiva o passiva.
Come vedremo le differenze possono essere pesanti in termini di rischio, costi, performance.

Dobbiamo innanzitutto comprendere cosa significa gestione attiva o passiva per poi apprezzarne le conseguenze.

Immaginiamo di voler investire sul mercato azionario USA e in particolare sui titoli a più alta capitalizzazione.
Siccome è necessario verificare se il gestore del nostro fondo comune svolge con efficacia il lavoro per cui viene lautamente pagato, dovremo trovare uno strumento per valutare le performance ottenute in un dato periodo. Utilizzeremo quindi uno strumento di confronto (benchmark) che dovrà necessariamente avere alcune caratteristiche:
  • Essere coerente e riflettere esattamente l'andamento del mercato su cui vogliamo investire (Non ha senso ad esempio avere un indice di carattere generale quando si investe su una nicchia di mercato).
  • Non essere possibilmente un indice a carattere commerciale, ma il più possibile indipendente rispetto a logiche di mercato.
  • Essere a ritorno assoluto. Cioè deve comprendere anche (ad esempio nel caso dei mercati azionari) tutti i dividendi maturati nel periodo di osservazione.
  • Essere facilmente reperibile in rete.
Solitamente ci sono specifici emittenti (Standard & Poor's, Morgan Stanley Capital International, JP Morgan ecc.) che elaborano gli indici più utilizzati nel mondo finanziario. Occorre anche ricordare per una corretta valutazione, che gli indici non sono gravati da costi di gestione e quindi, in qualunque confronto, sono avvantaggiati rispetto alle performance ottenute.
Tornando al nostro esempio potremo ragionevolmente scegliere l'indice SP500 che riflette in modo preciso e coerente l'andamento del mercato sul quale abbiamo deciso di investire.
A questo punto abbiamo gli elementi per comprendere che:

Un OICR  a gestione ATTIVA avrà come obbiettivo di SOVRAPERFORMARE il mercato di riferimento (espresso nel suo andamento dal relativo benchmark).

Un OICR  a gestione PASSIVA avrà come obbiettivo di REPLICARE con la maggiore fedeltà possibile il mercato di riferimento (espresso nel suo andamento dal relativo benchmark).

Chiarito questo punto diventa fondamentale un'analisi, almeno elementare, delle principali caratteristiche delle due tipologie di approccio. Queste infatti potranno influenzare in modo pesante il risultato finale del periodo di osservazione.

OICR A GESTIONE ATTIVA
  • OBBIETTIVI DI INVESTIMENTO: generare costantemente un risultato superiore rispetto al mercato di riferimento (benchmark). Questa caratteristica - se e quando rispettata - si presenta come un vantaggio indiscutibile. Tanto quanto difficile da ottenere.
  • RISCHIO POSSIBILE: il gestore attivo farà inevitabilmente scelte "forti" rispetto alla composizione dell'indice per cercare di sovraperformarlo. Nel nostro esempio (semplificando molto) rispetto ai 500 titoli che compongono lo SP500 ne sceglierà magari 80 o 100 e anche i singoli pesi saranno assai diversi all'interno del paniere. Essendo la selezione molto più concentrata si potrebbero riscontrare oscillazioni (positive come negative) del portafoglio più sensibili rispetto al mercato di riferimento.
  • PERSISTENZA DEI RISULTATI: per le stesse motivazioni appena spiegate, sarà assai probabile che la persistenza (costanza) dei risultati rispetto al benchmark, sia più difficile da ottenere. Questo ovviamente dipenderà (anche) dalla capacità del gestore oltreché da altri fattori quali imprevisti o semplicemente dalla fortuna. La persistenza dei risultati è uno degli aspetti da ricercare e monitorare con la massima attenzione ricordando sempre che i dati disponibili saranno sempre ex post e quindi MAI predittivi o fonte di garanzie di analoghi risultati nel futuro.
  • MIGLIORI PERFOMANCE VS MAGGIORI RISCHI O COSTI: sovente gli investitori sono colpiti dalle migliori performance positive generate da uno specifico veicolo di investimento. Ciò è chiaramente insufficiente. É invece fondamentale tentare di rispondere a una importantissima domanda: per ogni punto di guadagno ottenuto in più (oltretutto in una particolare finestra storica), quanti punti di rischio e quanti di maggiori costi si sono pagati? Questa domanda è ovviamente fondamentale soprattutto nel caso di un OICR a gestione attiva.
  • COSTI DI INGRESSO: purtroppo sono applicati ancora in molti casi e sono un pesante fardello di cui cercare SEMPRE di sbarazzarsi. Senza se e senza ma. Perché? Proviamo con un esempio elementare ma realistico. Se abbiamo 100 da investire e ci viene applicato un costo del 5% in realtà non investiamo 100 ma solo 95. Ciò significa che PRIMA DI INIZIARE A GUADAGNARE dobbiamo recuperare il 5,263%! Fatto questo non banale. Remunerano esclusivamente chi vende il fondo.
  • COSTI DI GESTIONE: i costi di gestione sono quelli che - teoricamente - dovrebbero andare a remunerare il gestore per il suo lavoro di allocazione e manutenzione del portafoglio. Peccato che mediamente NON vadano e remunerare il gestore, ma che siano utilizzati - anche fino all'ottanta per cento - per remunerare la rete di distribuzione. Due conti versione A: su 100.000 € pagando in media il 2% di costi di gestione vi vengono prelevati 2.000 € all'anno. Di questi ben 1.600 NON remunerano il gestore, ma chi vi vende il fondo comune. Due conti versione B: Se il mercato genera una performance del 4 % e togliamo il costo del 2% rimane all'investitore una performance netta del 2%. Cioè il 50% del risultato del mercato. Oltre ovviamente a quanto abbiamo visto al punto precedente. Ricordatevene quando vi dicono che il servizio è gratuito. Curiosità: esistono diverse classi dello stesso fondo comune che quasi sempre si differenziano per la tipologia di costi applicati. Quelle vendute ai risparmiatori finali hanno costi sensibilmente più elevati (per remunerare il servizio "gratuito") e quelle per gli investitori istituzionali che hanno invece costi minimi.
  • NEGOZIABILITÁ: attualmente e di fatto se si acquista un OICR a gestione attiva da un intermediario è assolutamente impossibile rivenderlo presso un altro intermediario se questo non ha un accordo commerciale con la società di gestione che ha prodotto l'OICR; limite questo non da poco (la situazione potrebbe in teoria evolvere rapidamente, ma ho più di un dubbio che possa accadere). Siccome poi questi prodotti hanno un'impostazione e una tecnicità che non è stata prevista per un'operatività immediata, se si rende necessario comprare o vendere alcune quote, dal momento dell'ordine trascorreranno alcuni giorni prima che l'operazione possa essere realmente conclusa. Analogamente in caso di vendita prima che sia disponibile la liquidità sul C/C. Due le principali conseguenze: A) è assolutamente impossibile stabilire un prezzo di acquisto o di vendita, B) la determinazione del valore dell'operazione stessa diventa assolutamente casuale e quindi in condizioni di elevata volatilità il risultato finale può variare su alcuni prodotti in modo sensibile.

OICR A GESTIONE PASSIVA
  • OBBIETTIVI DI INVESTIMENTO: replicare costantemente e con la massima fedeltà possibile l'andamento del mercato di riferimento (benchmark). É un risultato teoricamente semplice da ottenere almeno sui principali mercati, decisamente più complesso su altri meno liquidi o facili da replicare. Sono strumenti estremamente interessanti utilizzati in particolare  dal mondo dei gestori istituzionali  che ne sono i principali compratori (banche, fondi comuni attivi, compagnie assicurative, fondi pensione ecc.) per l'allocazione dei loro portafogli. Essendo la scelta vastissima, permettono di prendere posizione sia su principali mercati, sia su aree geografiche o settori di investimento altrimenti irraggiungibili o estremamente specializzati. Curiosità: il mercato italiano è uno dei più interessanti per numero di operazioni effettuate (non per i volumi totali). Questo perché sono utilizzati in modo sempre più importanti dal mondo degli investitori non istituzionali e quindi essenzialmente dai risparmiatori.
  • RISCHIO POSSIBILE: il gestore passivo farà inevitabilmente scelte finalizzate a non cercare di sovraperformare il mercato di riferimento. Nel nostro esempio (semplificando molto) rispetto ai 500 titoli che compongono lo SP500 dovrebbe averne a portafoglio proprio 500. Anche i singoli pesi dovrebbero coincidere con quelli dei singoli titoli all'interno del benchmark. I metodi di replica (altro tema estremamente importante) sono diversi e verranno affrontati in un prossimo intervento. In questo caso quindi il portafoglio salirà e scenderà - tendenzialmente - nella stessa misura del mercato e sarà assente l'azione di un gestore (attivo) che tenti di intervenire per ridurre la volatilità. Questa caratteristica insieme a quelle del punto precedente - se conosciuta - può essere proficuamente utilizzata e non essere necessariamente uno svantaggio.
  • PERSISTENZA DEI RISULTATI: per le stesse motivazioni appena spiegate, la persistenza (costanza) dei risultati rispetto al benchmark, dovrebbe tendere teoricamente alla perfezione. I periodi particolarmente positivi e quelli assai deludenti non saranno quindi funzione del lavoro del gestore, ma di fatto dell'andamento del mercato stesso. Sarà quindi opportuno, soprattutto nel caso di scelte autonome da parte dell'investitore,  concentrarsi sulle tipologie di strumenti passivi più semplici e su mercati più importanti senza azzardarsi su soluzioni poco conosciute o poco liquide.
  • MIGLIORI PERFOMANCE VS MAGGIORI RISCHI O COSTI: in questo caso, mancando gli aspetti tipici di una gestione attiva, il problema di fatto non sussiste rispetto alla tipologia stessa.
  • COSTI DI INGRESSO: non esistono. Si paga al proprio intermediario solo il costo per il servizio di compravendita che è assai più contenuto rispetto ai costi di ingresso (ove applicati) degli OICR a gestione attiva. Da un intermediario online si può ottenere un costo dello 0,19% per ogni operazione. In questo caso - aspetto fondamentale - potrà anche essere concordato un costo minimo e massimo (es. min. 2,95 € e max. 19 €). Proviamo con un esempio banale ma realistico. Se abbiamo 100 da investire e ci viene applicato un costo del 0,19 % in realtà non investiamo 100 ma ben 99,81! Ciò significa che PRIMA DI INIZIARE A GUADAGNARE dobbiamo recuperare solo lo 0.19%! Non solo, rifacendosi al costo massimo, nel caso di un'operazione il cui controvalore sia di 20.000 € il costo, che dovrebbe essere di 38 € (0,19% di 20.000), diventa di soli 19 € proprio grazie al costo massimo per operazione. In questo caso quindi si paga solo lo 0,095 %! Da questo punto di vista i vantaggi sono evidenti. Inoltre in questo caso la percentuale di costo reindirizzata alla rete di vendita è davvero minima.
  • COSTI DI GESTIONE: i costi di gestione sono quelli che remunerano ESCLUSIVAMENTE il gestore per il suo lavoro di allocazione e manutenzione (passive rispetto al benchmark) del portafoglio. Due conti versione A: su 100.000 € pagando in media lo 0,7% di costi di gestione vi vengono prelevati 700 € all'anno. Di questi il 100% remunerano il gestore. Attenzione NON remunerano la rete di vendita! Due conti versione B: Se il mercato genera una performance del 4 % e togliamo il costo del 0,7% rimane all'investitore una performance netta del 3,3%. Cioè il 82,5% del risultato del mercato. Oltre ovviamente a quanto abbiamo visto al punto precedente. Ovviamente difficilmente vi saranno proposti da quelli che vi dicono che il loro servizio è gratuito. Curiosità: esiste una sola classe dello stesso fondo comune. I risparmiatori finali hanno quindi costi di gestione assolutamente identici agli investitori istituzionali.
  • NEGOZIABILITÀ: se si acquista un OICR a gestione passiva da un intermediario è possibile rivenderlo presso qualunque altro intermediario (ovviamente sarà necessario trasferirlo nel relativo deposito titoli) per il semplice fatto che NON è necessario un accordo commerciale tra produttore e distributore; vantaggio questo non da poco. Siccome poi questi prodotti hanno un'impostazione e una tecnicità che è stata specificatamente prevista per un'operatività immediata e continuativa, se si rende necessario comprare o vendere alcune quote, dal momento dell'ordine occorreranno poche frazioni di secondo prima che l'operazione sia realmente conclusa una volta accettato il prezzo della controparte. In pratica si comprano e vendono con gli stessi tempi e modalità di un'azione o di un'obbligazione (attualmente in continua dalle 09.00 alle 17.25). Inoltre in caso di vendita la liquidità sarà disponibile sul C/C dopo soli tre giorni lavorativi. Due le principali conseguenze: A) è assolutamente possibile stabilire un prezzo di acquisto o di vendita, B) la determinazione del valore dell'operazione stessa non è più legata alla casualità.
Ora, a conclusione di questa disamina volutamente molto semplice e non esaustiva, spero che chi ha avuto la pazienza di leggere queste note, possa avere un quadro assai più chiaro.
Utile (almeno) per domandarsi che tipo di prodotto detiene a portafoglio o gli viene proposto di acquistare.
Le differenze dovrebbero ormai essere tanto evidenti quanto importanti da comprendere e valutare.
Qualcuno potrebbe anche chiedersi quale tipologia di OICR tra quelle valutate sia la migliore.
Credo personalmente che sia una domanda senza risposta netta. Al contrario ritengo che la migliore soluzione sia l'utilizzo di un mix di entrambe le soluzioni. I pesi e le tipologie dovranno essere ponderati con la massima attenzione al rispetto assoluto del proprio profilo di rischio e alla coerenza tra le proprie esigenze e le condizioni di mercato.
Soprattutto nel caso di scelte autonome da parte dell'investitore dovranno essere privilegiati solo quei veicoli di investimento che siano assolutamente semplici, trasparenti, quotati su mercati facilmente accessibili e a basso costo e di cui (in assoluta onestà con se stessi) si siano comprese perfettamente tutte le caratteristiche. Altrimenti il rischio di delusioni pesanti diventa comunque altissimo.
Indipendentemente dalla tipologia di OICR utilizzati.