Pillole di cultura finanziaria

Spunti per informarsi, capire e acquisire coscienza delle proprie scelte in campo finanziario.

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mercoledì 16 giugno 2010

Qual è il valore dell'efficienza nella scelta degli strumenti di investimento? E qual è il valore della libertà di scelta?


Oggi vogliamo aiutare a comprendere alcuni passaggi di fondamentale importanza per l'allocazione del proprio portafoglio:
  1. la scelta di strumenti (prodotti) che siano realmente efficienti, non solo quelli venduti dalla banca sotto casa, dal parente promotore finanziario, ecc.
  2. l'importanza della totale e assoluta libertà di scelta dell'intermediario (o meglio degli intermediari) come banche, SIM, ecc., presso cui acquistare il prodotto scelto.
  3. la scelta infine delle migliori condizioni di acquisto e operative rispetto allo strumento scelto.
Questo sarà un post abbastanza lungo, ma crediamo di fornire spunti davvero utili a chiunque. Confidiamo quindi nella pazienza dei nostri lettori.

NOTA BENE: per correttezza precisiamo che verranno brevemente analizzati due prodotti finanziari che non sono assolutamente paragonabili tra di loro, poichè hanno presupposti totalmente diversi. Sono invece assolutamente paragonabili, e quindi utili, se si guarda all'efficienza che il singolo strumento ha dimostrato rispetto ai suoi obbiettivi dichiarati e al suo settore di investimento.
Ed è esattamente questo l'aspetto che ci interessa evidenziare.

 LO STRUMENTO EFFICIENTE ?

Partiamo dall'analisi elementare dello strumento che chiameremo A (che, come per quello che chiameremo B, è stato volutamente reso anonimo):

Ricordiamo che per ingrandire l'immagina basta fare "click" sulla stessa.


  •  Obbiettivo di investimento dichiarato: rendimento medio annuo indice MTS Bot + 0,5% su un orizzonte pari ad almeno tre anni. Nella descrizione viene indicata la possibilità di utilizzo di diversi tipologie di strumenti e (seppur in maniera limitata) anche di tipo azionario. Considerazioni:  1)  per quale motivo investire in un prodotto per cui si deve aspettare TRE anni per guadagnare  - forse! - lo 0,5% in più rispetto ad un Bot? 2) già le obbligazioni a volte possono essere di difficile gestione, ma Bot e azioni sono quanto di più antitetico ci possa essere e quindi - a nostro modestissimo parere - ci pare che l'obbiettivo dichiarato possa essere assai rischioso da realizzare utilizzando anche tale tipologia di strumenti 3) qual è quindi il profilo di rischio reale? E' quello che il possibile sottoscrittore davvero si attende?
  • Commissione di ingresso = 1% fissa, commissione di gestione = 1%. Significa che il primo anno il sottoscrittore deve ottenere un risultato superiore al 2% soltanto per andare in pari, avendo come obbiettivo Bot + 0,5%! Oppure sperare nel prossimo anno, e nel prossimo, e... Qualcuno invece ha avuto un guadagno certo: non è neanche difficile capire chi possa essere. La speranza è che questo strumento sia stato acquistato solo con i Bot al 15%. E' palese già da questo aspetto il livello di inefficienza legato ai costi.
  • Risultati di gestione: probabilmente il possibile acquirente si aspettava un andamento almeno simile (visto che paga le commissioni di gestione) a quello del benchmark di riferimento (linea rossa). Sicuramente i risultati che emergono sia dai dati matematici sia dai grafici allegati dimostrano in modo inequivocabile la distruzione di valore per il sottoscrittore. Lo strumento è sempre stato pesantemente sotto benchmarck e con una volatilità molto più elevata. Forse le considerazioni in merito alla possibilità di utilizzare obbligazioni e azioni per battere Bot + 0,5% non erano così sbagliate. O forse (pensiero cattivo) le scelte di portafoglio servivano a giustificare una commissione di gestione molto interessante ...
Questo prodotto si è quindi dimostrato: A) carissimo, B) con un profilo di rischio assolutamente sproporzionato rispetto alle aspettative, C) assolutamente incapace di generare valore.

In altre parole assolutamente inefficiente.

Proviamo ora ad effettuare l'analisi elementare dello strumento che chiameremo B:


  •  Obbiettivo di investimento dichiarato: tanto semplice quanto coerente: apprezzamento del capitale nel medio-lungo termine. Considerazioni:  1)  si tratta di un "semplice" fondo azionario internazionale, 2) il profilo di rischio è reale, coerente e ben chiaro. Il sottoscrittore minimamente conscio delle proprie azioni compra ciò che realmente si attende.
  • Commissione di ingresso da 0 al 4% massimo. E' chiaro che, con un minimo di attenzione quando si firma il contratto di sottoscrizione (i costi devono essere indicati), ci vuole un discreto impegno per arrivare a pagare il 4%. Per contro lo 0% non è certamente un obbiettivo irraggiungibile ... Basterebbe leggere il documento informativo con la stessa attenzione con cui molti leggono i depliant della nuova automobile che stanno per acquistare.
  • Commissione di gestione = 1,5% annua. Rispetto allo strumento precedente è quasi "regalata". Vedere performance rese.
  • Commissione di performance = 10%. E' una commissione che viene applicata quanto si batte il  benchmark scelto e dichiarato dal gestore. Se applicata ad un parametro di riferimento che sia coerente e "onesto" può essere un ottimo incentivo al gestore per fare un buon lavoro. Cosa significa? Che va realmente meritata. Quindi se siete Carl Lewis non potete avere un premio se battete nei 100 metri un cardiopatico di novantadue anni ...
  • Risultati di gestione:  anche qui probabilmente il possibile acquirente si aspettava  (vista la media dei risultati che si evince ogni anno dallo studio di Mediobanca) un andamento simile a quello del benchmark di riferimento (linea rossa). Sicuramente invece i risultati che emergono sia dai dati matematici sia dai grafici allegati dimostrano in modo inequivocabile performance ben maggiori e la grande creazione di valore per il sottoscrittore. Lo strumento è stato praticamente sempre sopra il benchmarck con un notevole incremento nel tempo della sovraperformance. Anche la volatilità è stata poco più elevata, segno evidente che i maggiori rischi di una gestione attiva sono stati ben utilizzati.
Questo prodotto si è quindi dimostrato: A) con un costo assolutamente coerente alla qualità resa, B) con un profilo di rischio assolutamente coerente rispetto alle aspettative, C) in grado di generare ottimo valore per il suo sottoscrittore.

In altre parole assolutamente efficiente.

Quindi, se è vero che le performance passate non sono garanzia per il futuro, è anche vero che una tale serie storica non può essere casuale e può anzi essere un buon punto di partenza, fermo restando tutti i possibili controlli sulla perseveranza dei risultati. 


 LA SCELTA DELL'INTERMEDIARIO.
DOVE LO COMPRO ?
(e, magari, a quali condizioni?)

Una volta che avete trovato un prodotto efficiente su cui avete deciso di investire una parte dei vostri risparmi, si pone il problema di dove acquistarlo e a quali condizioni. Proviamo a fare alcune considerazioni:
  1. Dove lo compro? La mia banca (il mio promotore, il caro amico direttore, ecc.) non ha accordi di distribuzione con quel prodotto. Come faccio? Rinuncio? In fondo è un fastidio. Però mi dicono che ne hanno un altro che "è praticamente identico". Compro quello che mi viene proposto in sostituzione?  NO. "Praticamente identico" è morto, non è mai nato, sta viaggiando verso un buco nero in una galassia lontanissima dove verrà risucchiato per sempre. Quindi vado a cercarmi un' altra banca (o un altro promotore o un altro amico direttore).
  2. Come lo compro (A)? Cercando (e contrattando come se fossi alla Casbah) le migliori commissioni di sottoscrizione. Devo innanzitutto ottenere le più basse.
  3. Come lo compro (B)? Ho letto in un blog di consulenti finanziari indipendenti che, per ogni strumento gestito (fondi, Sicav) esistono più classi di investimento dello stesso fondo. Che hanno costi di sottoscrizione (ma soprattutto di gestione!) più alte o più basse. Ma guarda! E allora cosa faccio? Torno nella Casbah e riprendo a contrattare i MIEI interessi e di nuovo cerco le condizioni migliori.
  4. Sempre un consulente finanziario indipendente mi ha spiegato addirittura che ci sono intermediari che permettono di scegliere quale classe acquistare (tanto lui non ha interesse non avendo nessun legame con banche o sim...). Anzi non usano neanche più tutti quei noiosi moduli da compilare ogni volta che voglio vendere un fondo e comprarne un altro.
Almeno ora so che posso fare scelte che prima neanche immaginavo.

Se poi provo a "fare due conti" capisco che le mie ore investite (quelle si!) a imparare, cercare e contrattare, sono state davvero un'ottima scelta.

Quindi, a questo punto, per chi avrà avuto la pazienza di seguirci saranno chiari alcuni aspetti:
  • Occorre dedicare un minimo di tempo ad informarsi. Marco Liera, ottimo giornalista de "Il Sole 24 Ore", lo sostiene da tempo con ogni possibile ragione. In Italia il tempo dedicato alle proprie finanze è uno dei più bassi in assoluto.
  • Occorre cercare con metodo di selezionare gli strumenti che realmente sono più efficienti. Dove non potete arrivare da soli, fatevi aiutare ma attenzione ai consigli interessati.
  • Occorre un minimo di impegno per uscire "dal letargo" e diventare parte attiva di certi procedimenti. Costa un poco di fatica, ma i risultati ripagano abbondamente degli svantaggi. Si potrebbe poi scoprire con stupore che non è poi così difficile e che ci si diverte anche.
  • Occorre smettere di identificare i propri interlocutori come valori assoluti. La banca NON è la mamma e deve essere messa sotto esame e - se non si dimostra efficiente - cambiata. Come il vostro promotore o il vostro consulente finanziario indipendente.
Se alla fine di tutto ciò, decidete che preferite proseguire come avete sempre fatto, vi rimarrà comunque una granitica certezza: non potrete lamentarvi se le cose non andranno come avreste desiderato. In fondo, quanto tempo ogniuno di noi - uomo o donna che sia - dedica alla scelta degli acquisti che gli stanno a cuore?

Grazie per la pazienza e l'attenzione.