Pillole di cultura finanziaria

Spunti per informarsi, capire e acquisire coscienza delle proprie scelte in campo finanziario.

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venerdì 26 agosto 2011

Non esistono più i... porti sicuri di una volta.



Parafrasando un'espressione abusata vorremmo ritornare su due argomenti che ci sono cari e che, a volte, sono fonti di problemi per molti investitori:
  • la forza, sovente distruttiva, della finanza comportamentale
  • gli investimenti "sicuri" e i beni "rifugio"

Lo spunto ci è dato nuovamente da un interessantissimo articolo de "Il sole 24 ore" a cui vi rimandiamo per un'attenta lettura.


Riteniamo utile fare alcune considerazioni in merito a quanto abbiamo sostenuto in tempi non sospetti e che in questa calda estate trova conferma nell'andamento dei mercati.

Anche in questa occasione cercheremo di semplificare il più possibile senza tuttavia banalizzare gli argomenti oggetto di questo intervento.

In condizioni "normali" un azione dovrebbe crescere di valore tanto quanto l'azienda che rappresenta si dimostra in grado di crescere solida e soprattutto di produrre utili e quindi dividendi.
Un'obbligazione invece dovrebbe generare utili in funzione del suo prezzo di acquisto rispetto a quello di vendita o di rimborso più l'eventuale flusso cedolare.
I valori di queste classi di investimento potrebbero invece diminuire e potenzialmente generare pesanti perdite in conto capitale (fino al caso estremo del fallimento dell'azienda o del default dell'emittente), se fattori diversi influenzassero negativamente questi e altri aspetti.

Alla luce di queste considerazioni valutiamo cosa è accaduto in questi due mesi sulle piazze finanziarie.
  • Abbiamo assistito ad una fortissima flessione di tutti i mercati azionari.
  • Abbiamo assistito ad una fortissima sofferenza di quasi tutti i mercati obbligazionari con particolare riferimento agli emittenti nazionali dell'area euro. Non solo periferici.
  • Abbiamo assistito ad una fortissima rivalutazione dell'oro e del franco svizzero tradizionalmente considerati "porti sicuri". Analogamente c'è stato un crollo dei rendimenti (sotto il 2% su titoli a 10 anni!) dei titoli di stato americani e tedeschi causa l'eccessiva domanda e conseguente aumento di prezzo, legati al fatto che questi titoli sono ritenuti i più sicuri al mondo. In queste particolari condizioni il rendimento diventa un aspetto assolutamente irrilevante rispetto alla solidità.
  • Abbiamo assistito al declassamento del debito americano, giudizio peraltro emesso da una sola agenzia di rating. Agenzia che, stranamente, ora è sotto inchiesta da parte delle autorità degli USA. Fonti ufficiali hanno dichiarato che si trattava di un'inchiesta precedente al downgrade, tuttavia rimane curioso che ad essere indagata sia solo una sola delle "tre sorelle".
  • Abbiamo assistito ad un attacco frontale ai titoli di stato che, seppur per poco e marginalmente, ha interessato economie che vantano (tra le sole 20 al mondo) il rating AAA sinonimo di massima solvibilità.
  • Abbiamo assistito al proliferare di notizie talmente infondate da sembrare assurde  (vedere ad esempio le notizie sul possibile declassamento della Germania: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2011-08-25/borse-europee-rialzo-cala-090006.shtml?uuid=AaFRbqyD) che tuttavia hanno avuto pesanti conseguenze sui mercati. Grave il fatto che a queste notizie, comparse su alcuni social network, è stato dato lo stesso peso che avrebbero avuto se a diffonderle fossero state la Fed o la BCE.
  • Abbiamo assistito su entrambe le sponde dell'Atlantico, a spettacoli della politica davvero indecorosi; sempre molto più interessata a non perdere consensi presso l'elettorato che a risolvere (realmente) i problemi che si sono accumulati negli anni. Infatti, grazie ad un crudele scherzo del destino questa crisi è iniziata praticamente a ridosso delle elezioni in USA, Francia, Germania, Spagna, Italia. In Giappone peraltro sta nascendo il sesto governo in cinque anni. Ci sono politici che non sono noti per il loro decisionismo esasperato (indovinate chi) e che si sono uniformati ai loro colleghi e appiattiti sui veti invece che sulle soluzioni. Soluzioni che dovranno essere oggettive e per questo dolorose e difficili. Soluzioni infine che, in modo coordinato e univoco, i governanti si troveranno nella condizione inderogabile di prendere. E la "patata bollente" ha cominciato a saltare da una mano all'altra senza trovare il modo di raffreddarsi. In mercati ringraziano nella consapevolezza che l'aspetto che più li destabilizza è proprio la mancanza di stabilità e di chiarezza.

Valutati i principali eventi che si sono realizzati proviamo a porci alcune domande:
  • Quanto l'economia "di carta" in questo periodo riflette correttamente l'andamento di quella reale? Ad esempio è possibile che le aziende tedesche (e quindi l'economia della Germania) valgano globalmente il 30% in meno di qualche mese fa?
  • Se le azioni e i titoli di stato area euro sono crollati a causa delle vendite, dov'è stata indirizzata la liquidità che hanno generato? Mercato in forte discesa.
  • Per investire pesantemente in titoli di stato USA e della Germania, oro, franco svizzero, creando un loro probabile irreale sovrapprezzo, da dove è stata drenata la necessaria liquidità? Mercato in forte salita.
  • In che misura queste oscillazioni eccessive riflettono una situazione oggettiva? Quanto sono influenzate dalla finanza comportamentale e quindi sono irrazionali? Quanto in queste condizioni la "speculazione" riesce a guadagnare?
  • Se le valutazioni di oro, bund, treasury ecc., fossero troppo elevate, cosa potrebbe accadere a questi "porti sicuri" soprattutto per chi vi è approdato tardi? Coloro che vanno per mare sanno benissimo che ci sono molti porti che, pur essendo al loro interno protetti, sono molto pericolosi quando si deve scegliere il giusto momento per entrare o uscire. Il rischio oggettivo è di uno schianto sugli scogli legato proprio alla scelta del momento e a volte diventa necessario proseguire la navigazione in mare aperto per quanto agitato possa essere. Chi ha investito in oro o franchi svizzeri una decina di giorni fa, oggi può pensare di aver fatto un investimento sicuro? Inoltre qual'è il concetto di investimento sicuro e rispetto a cosa?
  • Pianificazione e diversificazione. Parole abusate, ma fondamentali, se coerenti alle reali esigenze e obbiettivi degli investitori (almeno in reale assenza di conflitto di interessi). Quanto possono aver contribuito a contenere le oscillazioni dei portafogli rispetto a quelle dei mercati?
  • Con un portafoglio "accettabilmente" diversificato (l'avverbio concerne il suo andamento rispetto a quello dei mercati a parità di periodo), sarebbe stato corretto vendere in preda al panico o sarebbe stato più proficuo continuare la navigazione, tenendo il timone ben saldo verso la propria destinazione?
  • Chi ha venduto in questo periodo avrà tentato di fare qualche valutazione più approfondita della reale situazione o si è fatto guidare esclusivamente dalle proprie emozioni? A puro titolo di esempio le aziende mediamente stanno ancora producendo utili. Esse sono relativamente poco legate al finanziamento bancario e in molti casi hanno a disposizione ingenti somme in liquidità che non investono in attesa di un chiarimento del quadro congiunturale (http://www.corriere.it/economia/11_luglio_29/apple-liquidita-tesoro_dfc9366c-b9ea-11e0-9ceb-ac21c519f82b.shtml). Inoltre le economie degli ex paesi emergenti (molte delle quali con bilancio in attivo) sono in grado compensare in parte e addirittura aiutare quelle dei paesi occidentali. Il quadro reale potrebbe quindi non essere, al momento, così fosco come appare dalle oscillazioni recenti.

Non abbiamo volutamente dato risposte alle nostre domande in quanto non possiamo prevedere il futuro nè desideriamo aggiungerci alla schiera dei tanti opinionisti di cui abbiamo letto il pensiero sulla stampa o in rete.

In realtà non era questo il nostro obbiettivo. Il desiderio è di sollecitare i nostri lettori a porsi qualche domanda in più rispetto a quanto leggono o sentono dai media sempre a caccia del sensazionalismo esasperato. Di tentare di approfondire maggiormente quanto sta accadendo, di valutare come reagiscono i loro portafogli, e infine di domandarsi quanto sia opportuno fare - o non fare - in questi momenti.

Speriamo di aver fornito spunti interessanti.

P.S. recentemente abbiamo sentito parlare della "speculazione", paragonandola alle iene in senso denigratorio. Personalmente crediamo che le iene abbiano una funzione precisa e importante all'interno del Creato: ripuliscono la natura dalle carcasse di animali morti o feriti e difficilmente attaccano quelli sani e nel pieno delle loro forze. L'importante è che quando si avvicinano all'uomo egli sappia costruire un recinto forte per limitarne il loro operato. E quindi difendersi in modo efficace.

Ma questo è un altro discorso.

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2011-08-25/deutschland-uber-alles-nessun-231653.shtml

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