Pillole di cultura finanziaria

Spunti per informarsi, capire e acquisire coscienza delle proprie scelte in campo finanziario.

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giovedì 20 maggio 2010

Elementi di finanza comportamentale. Chi scaglierebbe la prima pietra?


Buongiorno a tutti,

oggi affrontiamo quello che l’esperienza ha portato a valutare come uno dei rischi maggiori nella gestione di un patrimonio. Non si tratta di un rischio “tecnico”.

Parleremo inizialmente di “finanza comportamentale”.

In seconda battuta trarremo spunto dall’analisi dei documenti che troverete in allegato per fare alcune considerazioni anche sugli investimenti immobiliari. Che “devono” essere trattati tecnicamente come qualunque altra forma di investimento e che nella realtà questo non avviene quasi mai.

Partiamo da un semplicissimo grafico che ci fu donato parecchio tempo fa e che abbiamo tenuto nella nostra documentazione in quanto estremamente interessante ed istruttivo.

Non ci soffermiamo in spiegazioni, perché ci pare talmente immediato da renderle inutili. Come sempre, però, se ci fossero dubbi, basta inserire un commento e cercheremo di dare risposta prima possibile.

In questo documento viene evidenziato quanto è oggetto di studio della finanza comportamentale: la relazione tra andamento dei mercati ed il comportamento medio degli investitori.

Chi in tutta sincerità non si riconosce almeno in parte in quei dati? E’ normale che ciò accada perché le scelte operative sono quasi sempre frutto di comportamenti emotivi.

E purtroppo – sovente – l’emotività distrugge qualunque programmazione razionale, pianificata in tempi di mercati “normali”.

Quanti nel periodo ottobre-dicembre 2008 non hanno resistito e –  proprio sull’onda della finanza comportamentale – hanno liquidato i loro titoli nel momento peggiore? Probabilmente se avessero mantenuto sostanzialmente le loro posizioni, (facendo solo degli aggiustamenti parziali), le sofferenze sarebbero ora decisamente minori se non quasi del tutto recuperate.

Le oscillazioni, che possono assumere l’aspetto di rischi, ma anche di opportunità, e - qualunque ne sia la causa - ci saranno sempre. Per qualunque bene, materia prima o servizio. Altrimenti non esisterebbe il cosiddetto “premio per il rischio”. A diversi livelli di premi per il rischio – e quindi anche a diversi livelli di oscillazione - corrisponderanno il linea di massima diversi potenziali rendimenti.

Sarà quindi sempre più indispensabile gestire i propri patrimoni con una particolare attenzione ad attuare strategie finalizzate a ridurne gli effetti. Ne consegue che:
·    gestione del rischio,
·    supporto emotivo ai propri assistiti nelle fasi di crisi,
·    allocazione prudente delle risorse,
limiteranno consistentemente i problemi derivanti da scelte sbagliate legate proprio alla finanza comportamentale.

Una seconda considerazione: gli immobili rendono sempre bene e non si perde mai. E’ sempre vero? Forse non sempre. O forse la spiegazione è un’altra.

Accade che chi acquista un immobile (magari in una pessima condizione di mercato, in quanto molto caro, come evidenziato nel primo cerchio azzurro a sinistra) non ha l’accortezza di verificare il suo valore (che motivo avrebbe?) per molti anni fino al momento in cui deciderà di venderlo. Si troverà quindi a valutare una crescita (“sicura” e “sempre in guadagno”) nel punto indicato nel secondo cerchio azzurro.

“Naturalmente” non avrà sofferto le oscillazione di prezzo, che nel tempo ci saranno comunque state solo per la loro mancata verifica. Questo problema è ancor più enfatizzato dal variare dell’orizzonte temporale tra i due punti cerchiati in azzurro.

Ma se per un banale trasferimento da una città ad un'altra o per un’imprevista necessità di liquidità avesse dovuto vendere la sua proprietà magari nel momento indicato nel cerchio rosso quale sarebbero state le conseguenze? Sono situazioni simili ad alcune malattie. Sono realmente percepite come rischio, ma appaiono  devastanti solo quando toccano la nostra famiglia.

E ancora: normalmente quando si assapora la soddisfazione di aver effettuato una vendita “con un ottimo guadagno” non si considerano alcuni aspetti:
·    Il prezzo di vendita è certo e determinato.
·    Quello di acquisto (non lo diventa) praticamente mai.
Quanti infatti prima di fare la differenza “prezzo di vendita – prezzo di acquisto” aggiungono alla cifra pagata al venditore i costi di: notaio, geometra, eventuali perizie, manutenzione ordinaria e straordinaria, mancati introiti da locatari morosi, tassazione, a volte spese legali, diminuzione del potere reale di acquisto etc.? A qualcuno è mai capitato?

La valutazione analitica di un investimento anche immobiliare (che deve sempre essere presente nel proprio patrimonio) è un’attività complessa e fondamentale nella programmazione della gestione della propria ricchezza.

Ecco quindi evidenziati i pericoli legati alla finanza comportamentale: sia che si tratti di titoli azionari sia che si tratti di immobili.

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